Prospecting Boundaries – Archaeology along the Mazaro

(EN|IT)

In January 2016 the LBI ArchPro initiated work on the archaeological research project Prospecting Boundaries (Austrian Science Fund Project # P 28410) which is led by the Department of Prehistoric and Historical Archaeology at the University of Vienna. Project partners are the ZAMG (Archeo Prospections), the University of Naples Suor Orsola Benincasa and the Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Trapani.

The overall aim of the project is to explore the dynamics of land use and occupation between the interior and costal area of western Sicily from a landscape perspective, with a focus on the Mazaro river corridor. Concurrently, the project will investigate the established idea of the Mazaro as a border area during Greek colonial times through the examination of land use at specific archaeological sites in the project area. Additionally, the project aims to explore the time-depth in the western Sicilian landscape through an historic landscape characterisation of the project area and surroundings.

The development and application of a minimally invasive integrated archaeological prospection approach that includes airborne laser scanning, geophysical prospection, geoarchaeological investigation, pedestrian survey and analysis of historic materials is supporting these goals and will serve to further develop the application of these approaches in Mediterranean contexts. Recent fieldwork  has included ALS data capture of the entire project area as well as fieldwalking and geophysical prospection at the site of Guletta, where magnetometry and ground penetrating radar have provided us with preliminary indications of possible remnant structures of varying size and shape beneath the ground surface. Concurrent surface surveys of the area, conducted by colleagues at the PAM (Associazione Prima Archeologia del Mediterraneo), are providing further information through artefact location and analysis.

More information can be found at the project webpage: http://mazaro.univie.ac.at/.

Il Dipartimento di Archeologia Preistorica e Storica dell’Università di Vienna, insieme ai partner di progetto dell’Archeo Prospections (ZAMG), Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, alla Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Trapani, e allo LBI ArchPro, ha recentemente avviato il progetto di ricerca “Prospecting Boundaries” (Austrian Science Fund Project # P 28410).

L’obiettivo generale del progetto è quello di esplorare, da un punto di vista paesaggistico, le dinamiche di utilizzo del territorio e di occupazione dell’entroterra e dell’area costiera nella Sicilia occidentale, con particolare attenzione al corridoio fluviale del Mazaro. Allo stesso tempo, il progetto indagherà l’idea consolidata del Mazaro come zona di confine durante il periodo coloniale greco, attraverso l’esame dell’uso del suolo presso specifici siti archeologici localizzati nell’area del progetto. Inoltre, il progetto si propone di esplorare la profondità temporale del paesaggio della Sicilia occidentale attraverso una caratterizzazione del paesaggio storico dell’area interessata e dei suoi dintorni.

Lo sviluppo e l’applicazione di un approccio basato sull’integrazione di prospezioni archeologiche minimamente invasive, tra le quali airborne laser scanning, prospezioni geofisiche, indagini geoarcheologiche, ricognizioni di superficie e analisi dei materiali storici, è finalizzato al raggiungimento di questi obiettivi e servirà a sviluppare ulteriormente l’applicazione di questi approcci in contesti del Mediterraneo. Recente lavoro sul campo ha previsto la cattura dei dati SLA di tutta l’area del progetto, nonché ricognizioni di superficie e prospezioni geofisiche presso il sito di Guletta, dove magnetometria e georadar hanno fornito indicazioni preliminari su possibili strutture residue di varie dimensioni e forma nel sottosuolo. Maggiori informazioni, attraverso la localizzazione e l’analisi dei reperti archeologici di superficie, provengono dalle ricognizioni della zona condotte parallelamente dai colleghi dell’associazione PAM (Prima Archeologia del Mediterraneo).